Il Cardato Riciclato PRatese

Quello che vogliamo raccontarvi è il viaggio di una balla di cenci che si ripete da circa 200 anni, un viaggio dove l’industria è artigiana, dove il profumo degli stracci si fonde con la passione delle persone, dove lo scarto diventa risorsa e dove il rifiuto diventa opportunità, questo è il viaggio nel mondo del cardato riciclato pratese.

1. Passatura: Cencialioli primo passaggio di lavorazione

Il primo passaggio, dove gli indumenti usati e gli stracci vengono cerniti dalle sapienti mani dei cenciaioli. La vista, il tatto e lo strappo e dove questi gesti non arrivano anche la fiamma di un accendino, sono le tecniche fondamentali per riconoscere, selezionare e dividere gli stracci. La prima e seconda scelta, quella dei capi più integri sarà destinata al riuso facendo bella mostra nei mercati delle pulci di tutto il mondo. Mentre gli altri stracci suddivisi in base alla composizione e al colore, avranno una loro strada per la rigenerazione tessile alimentando la filiera del cardato riciclato pratese, oppure per la produzione di ovatte, feltri, isolanti, destinati alle più disparate applicazioni nel geotessile e nell’automotive.

Gli stracci, pre e post consumo provenienti dalle raccolte differenziate, dagli scarti e ritagli di confezione alle lavorazioni tessili di tutto il mondo come scarti di filatura e di tessitura arrivano qui a Prato per il processo di riciclo tessile e per diventare nuovi prodotti di cardato riciclato pratese Ed ecco che ancora i cenciaioli li selezionano, li scelgono e li suddividono preparando il materiale suddiviso per tipo, composizione, finezza e colore, finalmente pronti per andare in sfilacciatura e trasformarsi da straccio a fiocco di lana riciclata.

2. Sfilacciatura a secco Stracciatura ad umido (Garnettattura)

I pratesi da sempre si sono ingegnati nel trattamento degli stracci e hanno studiato e creato processi di sfilacciatura diversi per trasformare materiali con differenti caratteristiche. Si usa la garnet per materiali compatti difficilmente sfioccabili che hanno bisogno di una forte cardatura per diventare omogenei e filabili. Si sfilacciano a secco maglieria in lana e mista a fibra morbida e lunga che non hanno bisogno dell’ausilio dell’acqua. Si lavorano invece ad umido, i materiali a fibra corta e/o dura, fila e ritagli di tessuti pettinati.

La stracciatura ad umido resta un processo tipicamente pratese, unico nel mondo, studiato per riciclare materiali come ad esempio i ritagli cardati e pettinati che hanno bisogno dell’azione rigonfiante dell’acqua per evitare di danneggiare le fibre per far tornare la fibra fiocco rigenerato ed essere filabile. Le stracciature ad umido erano una volta disseminate lungo la valle del Bisenzio con gualchiere e mulini per imbrigliare e sfruttare l’acqua come forza motrice e come coadiuvante all’azione delle macchine.

Oggi nel processo le acque utilizzate provengono dagli impianti industriali di depurazione e sono acque di riciclo. Il materiale, viene tagliato e sfioccato meccanicamente, da qui il nome tutto pratese di lana meccanica.

3. Tintoria: Nobilitazione fibra

Tutti i prodotti tessili da riciclo siano pre o post consumo cioè scarti tessili o indumenti usati vengono suddivisi nelle varie tonalità di colore evitando così processi tintoriali per il loro reimpiego. Questa importante procedura evita non solo costi aggiuntivi ma spreco di acqua e impiego ulteriore di prodotti chimici e coloranti.

Il materiale invece ottenuto da tessuti fantasia e composto da più colori difficilmente collocabili viene selezionato ed inglobato in uno specifico monte multicolore chiamato dai pratesi “rossino”. Il rossino è l’unico materiale che se non viene comunemente usato appunto in natura come multicolore e subisce un processo tintoriale per poter essere rimesso nel processo di rigenerazione.

4. Battitora

La funzione della Battitora è quella di aprire e separare le fibre per preparare le miste destinate alla filatura vera e propria si effettua in caso di materiali disomogenei e difficilmente assemblati. Passaggio indispensabile per mischiare materiali difficilmente assemblati o molti sporchi di polvere e vegetale per farli diventare un prodotto più omogeneo, ed eliminare nel contempo lo sporco, le impurità e le fibre più corte.

5. Preparazione della mista (mescolo) e Filatura cardata

La preparazione e la scelta dei materiali per il Mescolo, mista in pratese, è una operazione di pura arte fatta di esperienza trasmessa di generazione in generazione. I materiali riciclati diversi fra di loro vengono sapientemente mescolati in percentuali precise per qualità e per colore, arrivando alla composizione alla qualità e al colore richiesto.

La campionatura avviene usando la “cardina”, una piccola riproduzione della cardatura così fa ottenere in piccolo il feltrino che riprodurra’ il filato che andremo a produrre. il feltrinista è colui che in base alla sua esperienza e alla conoscenza profonda dei materiali da usare, riesce ad assemblare i componenti giusti spesso diversi per ottenere filati e quindi tessuti di lana e misti lana in base alle richieste del mercato.

Composta la mista si va in filatura.

Il processo di filatura ha tre fasi principali preparazione: apertura delle balle sull’apriballe; la lupa e la battitora.
Le fibre in mista vengono rese omogenee passate nelle stanze dove avviene l’oliatura che riveste un’importanza fondamentale perché serve a favorire il loro scivolamento diminuendo l’attrito fra le fibre e quello con le guarnizioni metalliche di cui i cilindri delle macchine sono ricoperti. Dalle stanze o box dove il materiale viene immagazzinato si effettua il prelievo tramite delle frese o pneumaticamente e quindi con un nastro trasportatore dotato di punte, inclinato poco più di 90° e il materiale viene portato alle carde.

Cardatura

La cardatura consiste in una serie di tre passaggi su macchine provviste di rulli di vari diametri guarniti con denti metallici che aprendo e separando le fibre le allineano parallelizzandole in un velo omogeneo formando una falda più o meno spessa. Alla fine di questi passaggi il materiale viene tagliato in piccole striscioline creando con una falsa torsione lo stoppino che però non ha ancora una consistenza ottimale per poter essere utilizzato. Per questo motivo lo stoppino viene trasferito sulle filande dette anche self-acting che tramite stiro e torsioni consolidano la struttura del filato rendendolo elastico e resistente. Il titolo di un filato è il fattore numerico che serve per esprimere la sua dimensione e rappresenta il rapporto fra la sua lunghezza e il suo peso.

Roccatura

L’operazione di roccatura consiste nel trasferire il filato dalla confezione di partenza, solitamente un piccolo cannello, a una confezione più grande chiamata rocca, più adatta alle lavorazioni successive. Durante questa operazione che prevede anche un sistema di annodatura automatica per assemblare i tratti di filo provenienti da più cannelli vengono anche eliminate le imperfezioni presenti nel filato grazie alle stribbie. L’operazione di stribbiatura, consiste nel far passare il filo attraverso un dispositivo elettronico che grazie ad un sistema meccanico individua un eventuale difetto di spessore del filato eliminandolo e rendendo così il materiale più omogeneo.

L’oliatura

L’operazione serve a lubrificare il filato, riducendo al minimo, il coefficiente d’attrito con gli organi con cui è a contatto maggiormente, questa operazione viene usata soprattutto per i filati da maglieria. La ritorcitura è un passaggio che viene effettuato per abbinare due o più capi di filato applicando sul loro asse una rotazione, dando così origine ad un filato di maggior spessore composto da più capi.

6. Manifattura filati

Le aziende che producono filati, siano essi destinati alla aguglieria, maglieria o produzione di tessuti svolgono un ruolo fondamentale nella catena di produzione tessile fornendo prodotti di altissima qualità. Queste aziende possono variare ampiamente nelle dimensioni e nelle capacità produttive, ma tutte svolgono un ruolo cruciale nell’industria tessile, contribuendo a creare i materiali di base per una vasta gamma di prodotti tessili.

7. Orditura

L’orditura, è il primo passaggio nella realizzazione di un tessuto sia essa realizzata internamente dai lanifici, sia commissionata a terzisti e serve per creare la base su cui si intrecceranno i fili per dar vita ad un tessuto. I fili che provengono da una cantra sulla quale sono posizionate le rocche vengono avvolti su un aspo tronco conico allineando parallelamente varie sezioni di filato che andranno tutte insieme a comporre la totalità dei fili necessari per realizzare il tessuto. A questo punto tutti i fili vengono trasferiti su un subbio metallico che sarà quello che montato sul telaio darà vita al tessuto vero e proprio.

8. Tessitura

Il subbio di ordito proveniente dall’orditura e pronto ad essere tessuto a telaio. Il subbio viene posizionato sul telaio, ed una volta preparato facendo passare ogni singolo filo in una serie di maglie metalliche fissate ai rispettivi licci è pronto per essere tessuto secondo delle precise disposizioni tecniche e stilistiche. Il telaio in funzione dell’armatura scelta per la realizzazione dell’intreccio, tramite un sistema di alzata e abbassata dei singoli licci apre i fili che compongono l’ordito permettendo così il passaggio della trama che viene accostata tramite uno specifico pettine, trama dopo trama e battuta dopo battuta il tessuto prende finalmente forma. Il telaio è un gioco di intrecci meccanici di fili uniti alla passione e capacità delle persone di ideare su carta ciò che verrà tessuto dalla macchina, come un’orchestra composta da molteplici strumenti crea la melodia, l’incrocio di infinite possibilità tra colori, disegni, e intrecci che danno vita al tessuto.

9. Finissaggio

La prima fase: Lavorazione nel tessuto cardato è quella di Purgatura e follatura. La follatura è un’operazione caratteristica del processo di finissaggio dei tessuti di lana che consiste nel compattare il tessuto attraverso l’infeltrimento, per renderlo compatto e pronto alle lavorazioni successive. Questa lavorazione ci permette di definire anche un peso finale tessuto.

La seconda fase: Asciugatura Solitamente il Tessuto viene asciugato in Ramosa, la quale permette oltre ad asciugare il tessuto di stabilizzarne le dimensioni nella altezza desiderata. 3 fasi in base alle esigenze il tessuto può necessitare di una garzatura superficiale che consiste nel sollevare le fibre dei fili di un tessuto, per renderlo più morbido e soffice.

La terza fase: Cimatura La fase di Cimatura permette di tagliare e regolarizzare l’altezza delle fibre precedentemente garzate per avere un aspetto più uniforme e pulito del tessuto.

La quarta fase: Il trattamento finale del tessuto può avere vari aspetti dal Panno che solitamente viene prodotto con un passaggio finale nel decatissaggio in Autoclave (che rende il tessuto irrestringibile e più compatto), oppure a Velour che tramite un vaporizzo permette al tessuto di avere un rigonfiamento della fibra che precedentemente era stata garzata.

10. Manifattura filati

Le aziende che producono filati, siano essi destinati alla aguglieria, maglieria o produzione di tessuti svolgono un ruolo fondamentale nella catena di produzione tessile fornendo prodotti di altissima qualità. La tendenza degli ultimi anni ha ridotto molto la produzione dei fili da parte dei lanifici che hanno preferito causa problemi logistici produttivi e finanziari collaborare con i produttori di filati. Utilizzando fili da tessitura e maglieria cardati riciclati prodotti da Manifatture filati della filiera pratese. Queste aziende possono variare ampiamente nelle dimensioni e nelle capacità produttive, ma tutte svolgono un ruolo cruciale nell’industria tessile, contribuendo a creare i materiali di base per una vasta gamma di prodotti tessili.

10. Lanificio

Il Lanificio o Manifattura tessile è l’apice della filiera, il committente di tutte le lavorazioni a monte, l’acquirente delle lane riciclate ,o dei filati, progetta i tessuti, sceglie le materie prime, le tecniche, i Finissaggi per la realizzazione dei tessuti. Si avvale dei migliori tecnici tessili preparati dal nostro istituto Buzzi che progettano studiano sempre nuovi tessuti con grande uso di materiali riciclati . Quindi porta il cardato riciclato pratese in giro per il mondo, presenzia alle maggiori manifestazioni fieristiche tessili mondiali presenta propone e vende i tessuti ai clienti di tutto il mondo.

Conclusione

Il Cardato Riciclato Pratese incarna la magia dell’arte tessile che ha attraversato intere generazioni di produttori. Il loro impegno verso la sostenibilità e l’arte di trasformare vecchi tessuti in nuove creazioni tessili riflette una connessione profonda con la tradizione e una visione verso un futuro più sostenibile. In un mondo in rapido cambiamento, questo metodo di operare con amore e rispetto per l’ambiente ci ricorda l’importanza di onorare il passato mentre guardiamo con speranza al domani. Il Cardato Riciclato Pratese è un esempio solenne di come l’artigianato, la dedizione e la responsabilità ambientale possano intrecciarsi in un’armoniosa sinfonia, portando con sé non solo tessuti di lana pregiati, ma anche un profondo rispetto per le radici del mestiere tessile.

Contributo tecnico a cura di

Giuseppe Moretti


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